Vie. 26. Abr 2024, Santa Fe - Argentina
Política

LIBRI, PAOLO MIELI E LA “TERAPIA DELL’OBLIO”

LIBRI, PAOLO MIELI E LA “TERAPIA DELL’OBLIO”

ROMA-ITALIA  “Perché dovremmo sottoporci, di quando in quando, ad una terapia dell’oblio? Perché imparare a dimenticare? Imperativi del genere non entrano in contraddizione con il monito che ci andiamo ripetendo e che ci viene ripetuto ogni giorno su quanto siano fondamentali il ricordo e la memoria? E quali sarebbero i danni della memoria? Ciò che sostengo in questo libro è che oggi più che nel passato il ricordo si intreccia in modo eccessivo con il presente. Si intreccia cioè con quello in cui ‘crediamo’ nel momento in cui formuliamo le nostre ipotesi sul passato. In aggiunta, ciò avviene in molti casi, anzi quasi sempre, senza che ce ne rendiamo conto. Tale aggrovigliamento tra passato e presente ci intossica. E ci impedisce di porre dei punti fermi che consentano, all’occorrenza, di voltare pagina. Per questo dovremmo tenere meglio separati il passato e il presente”.

È la questione di fondo sulla quale si interroga Paolo Mieli nel suo ultimo libro, “La terapia dell’oblio. Contro gli eccessi della memoria”, pubblicato da Rizzoli. Balzac sosteneva che “i ricordi rendono la vita più bella, dimenticare la rende più sopportabile”, mentre Borges nella “Biblioteca di Babele” lascia che i suoi personaggi individuino nell’oblio “una forma di memoria” e Dante alla fine del Purgatorio vuole che il fiume Lete permetta alle anime dirette al Paradiso di lavarsi dei propri peccati, rimuovendo così la memoria delle cose cattive del passato. Se il tema dell’oblio è stato a più riprese trattato dalla letteratura.