Jue. 28. Mar 2024, Santa Fe - Argentina
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POKER ALLO ZENIT, JUVE AGLI OTTAVI

POKER ALLO ZENIT, JUVE AGLI OTTAVI

TORINO-ITALIA  Le risposte che Allegri cercava arrivano tutte in una sera. Dopo i passi falsi in campionato la Juve si ritrova in Champions, strapazzando lo Zenit con quattro gol e centrando un successo che neanche il momentaneo pareggio russo, arrivato per altro con un autorete, mette mai in discussione. Dybala è il trascinatore, l'uomo che accende la luce e indirizza la gara con una doppietta e le reti di Chiesa e Morata sono la conferma che il potenziale offensivo dei bianconeri è di prim'ordine. E che molto potrà ancora mostrare in campionato e nella prossima fase di Champions, già matematicamente centrata dalla squadra di Allegri.

La Juve è aggressiva, alza subito ritmo e pressing e sfoggia un Dybala da serata di gala, che nei primi dieci minuti fa letteralmente impazzire la difesa russa. La Joya prima cerca l'assist per McKennie, l'americano viene anticipato e Bernardeschi, appostato poco lontano, calcia sul portiere. Poi riceve da Morata al limite e piazza un destro rasoterra che centra in pieno il palo. Quindi è in area al posto giusto, nel momento giusto, per calciare al volo una respinta della difesa ospite e infilare il vantaggio nell'angolino. Il gol non basta all'argentino, che continua il suo show personale superando in dribbling due avversari e servendo un pallone delizioso a Morata, che però calcia sopra la traversa. Ci prova poco dopo anche Bernardeschi, con un diagonale che Kritsyuk riesce a togliere dallo specchio della porta.

Lo Zenit abbozza una reazione con Mostovoy, che alza troppo la mira da buona posizione e, per quanto riesca ad uscire dalla pressione dei bianconeri, non sembra particolarmente pericoloso. Quando però Karavaev arriva al cross dalla sinistra e Bonucci stacca deviando involontariamente il pallone di testa nell'angolino alle spalle di Szczesny, i russi trovano l'insperato e sorprendente pareggio. La Juve continua a spingere e i colpi di testa di Chiesa prima e McKennie poi impegnano Kritsyuk. I bianconeri giocano con un'intensità e una cattiveria agonistica ben diverse rispetto alle ultime uscite di campionato e lo Zenit viene schiacciato nella propria area. Bernardeschi cambia spesso fascia e quando parte dalla destra e si accentra può calciare in porta, ma il suo sinistro rasoterra viene bloccato da Kritsyuk

Il pareggio basterebbe comunque per centrare la qualificazione, ma la Juve non si accontenta e anche la ripresa inizia con un Dybala scatenato, che spaventa lo Zenit con un diagonale a fil di palo e prova poi la replica del gol, con un sinistro del tutto simile a quello del primo tempo, solo meno angolato e calciato da più lontano. I bianconeri attaccano a testa bassa e quando un lancio di quaranta metri di Danilo pesca Chiesa sulla fascia, l'azzurro controlla perfettamente in corsa, entra in area e viene steso da Claudinho prima di poter calciare. È rigore e Dybala dagli undici metri fa centro, al secondo tentativo. Il primo, in effetti termina a lato, ma il signor Hernandez fa ripetere perché i giocatori dello Zenit entrano in area con troppo anticipo.

Ora la gara va chiusa e il fatto che ormai Chiesa giochi stabilmente sulla linea degli attaccanti è indicativo delle intenzioni dei bianconeri. Dybala sfiora ancora il palo dal limite dell'area, quindi Chiesa sbagli ala mira dopo un'azione personale. Lo Zenit però ora non ha nulla da perdere, si fa vedere in avanti con Claudinho e Malcom e Szczesny deve volare due volte per togliere il pallone dagli angoli della porta. Per la Juve si aprono più spazi e prova ad approfittarne McKennie, che si fa quaranta metri palla al piede e scarica un destro violento, centrando una traversa clamorosa. È il preludio al gol di Chiesa che, pochi istanti più tardi, ubriaca di finte Lovren e infila il diagonale alle spalle di Kritsyuk.

La Juve è scatenata e un'azione tutta di prima tra Morata, Dybala e Chiesa, porta quest'ultimo al tiro, che supera il portiere, ma che viene tolto dalla porta dalla scivolata di Chistyakov. I bianconeri non si fermano più: alla festa del gol manca Morata che, dopo averci provato in ogni modo per tutta la gara, viene imbeccato da Dybala con un pallonetto delizioso, si ritrova a tu per tu con Kritsyuk e lo infila con un tunnel. E il suo rimanere sdraiato per terra, a godersi il momento, invece di esultare in maniera più tradizionale, la dice lunga su quanto lo spagnolo desiderasse questo gol. Quasi quanto la Juve desiderava una vittoria del genere: convincente, non certo resa meno netta dal secondo gol russo segnato nel recupero da Azmoun, e soprattutto di importanza capitale. Perché vale il passaggio agli ottavi di Champions, perché regala fiducia e lascia in bocca quel gusto dolce che era tempo di riassaporare.

JUVENTUS: Szczesny; Danilo, Bonucci (40' st Rugani), de Ligt, Alex Sandro; Chiesa, McKennie, Locatelli (34' st Arthur), Bernardeschi (35' st Rabiot); Morata, Dybala (40' st Kulusevski); Allenatore: Allegri.

ZENIT: Kritsyuk; Rakitskiy (30' st Dzyuba), Chistyakov, Lovren, Karavaev (14' st Malcom); Sutormin, Barrios, Wendel /43' st Kuznetsov), Mostovoy (14' st Krugovoi); Claudinho (30' st Erokhin), Azmoun; Allenatore: Semak.

Arbitro: Hernandez. Reti: Dybala 11' pt, Bonucci aut. 26' pt, Dybala rig. 13' st, Chiesa 28' st, Morata 37' st, 47' st Azmoun. Ammoniti: 9' st Lovren, 23' st Locatelli, 44' st Kulusevski.