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Política

DI MAIO: NUOVA POLITICA SULL'AFRICA IN OMAGGIO AD ATTANASIO

DI MAIO: NUOVA POLITICA SULL'AFRICA IN OMAGGIO AD ATTANASIO

ROMA-ITALIA  Accogliere le salme dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, il 23 febbraio insieme al presidente Mario Draghi, “è stato straziante”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aprendo la sua informativa alla Camera il 24 febbraio sul “vile attentato” occorso due giorni prima vicino a Goma, nella turbolenta regione congolese del Nord Kivu.

E straziante è stato anche l’applauso che l’aula di Montecitorio ha tributato ai due italiani, caduti insieme all’autista del Programma alimentare mondiale Mustapha Milambo. “Sono uomini – dice di Maio - che hanno sacrificato la loro esistenza per la pace e per il nostro Paese. ‘Essere ambasciatore è una missione anche se rischiosa, ma dobbiamo dare l’esempio’, aveva detto ricevendo il premio Nassirya”. Il loro sacrificio illumina il lavoro di tanti nostri eroi, e come istituzioni ci impegneremo perché sia fatta la verità”.

Alla Camera Di Maio racconta quanto finora ricostruito nel corso delle prime indagini (Attanasio che aveva sì un’auto blindata, ma nell’occasione si stava recando da Kinshasa nel Nord Kivu per seguire un programma del Pam seguendo il protocollo delle Nazioni Unite, quindi l’assalto a pochi chilometri da Goma, l’arrivo in soccorso di una pattuglia di rangers del parco di Virunga, il conflitto a fuoco, la mediazione con il gruppo di ribelli per portare via i feriti) assicurando però che tutte le informazioni saranno verificate attentamente, anche con la pattuglia dei Ros già arrivata a Goma.

“Ho chiesto al segretario generale Onu Guterres di fornire un rapporto dettagliato delle operazioni. Abbiamo chiesto formalmente l’apertura di un’inchiesta e in capo a chi fossero le responsabilità delle decisioni sul protocollo di sicurezza usato. Faremo di tutto perché emerga la verità”. Quanto successo intanto, spiega il ministro, “evidenzia ancora una volta la questione della sicurezza di alcuni Paesi in cui la nostra diplomazia opera: per questo serve "investire sempre più nel nostro capitale umano e nella nostra rete all'estero, vista la particolare speciale posizione geopolitica dell'Italia nel Mediterraneo e della tradizionale propensione italiana al dialogo con l'Africa".

Del resto “l’’imboscata è avvenuta in una regione dal contesto securitario molto precario, contraddistinto da ricchezza del territorio, povertà e instabilità. Oltre 13 milioni di congolesi su 99 vivono sotto l’indice di povertà. Già 60 anni l’Italia pagò un duro prezzo con l’eccidio di Kindu in cui persero la vita 30 aviatori ma la cooperazione è attiva con impegni di lunga data nel Nord Kivu e contro l’Ebola”. Il Congo stesso è teatro della più grandi crisi mondiale di sfollati, nel 2020 l’Unhcr ha contato il record di 2mila civili uccisi nelle provincie orientali: “l’impegno europeo è sostenere la pacificazione della parte orientale del Paese interessando tutti i paesi della zona per una coalizione regionale che possa assumere iniziative congiunte contro i gruppi ribelli”.

E allora, chiude Di Maio, “il miglior modo per ricordare l’ambasciatore Attanasio è continuare a rafforzare la nostra attenzione politica verso il continente nel quale credeva fermamente, una politica che rimetta l’Africa al centro dell’attenzione europea e internazionale. Oggi più che mai è chiaro che l’Africa attraversa tutte le sfide più attuale, dalla sostenibilità ai cambiamenti climatici passando per i flussi migratori”.