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UE, DRAGHI: PENSARE SERIAMENTE A UNA POLITICA ESTERA COMUNE

UE, DRAGHI: PENSARE SERIAMENTE A UNA POLITICA ESTERA COMUNE

ROMA-ITALIA  Il ritiro dall’Afghanistan e “il cambio di intenzioni che ha riguardato il contratto tra l’Australia e la Francia sulla fornitura di alcuni sottomarini nucleari” (cancellato a favore degli Usa, ndr) rappresentano soprattutto per le modalità con cui sono stati comunicati “due messaggi molto forti che ci dicono che in sostanza la Nato sembra meno interessata dal punto di vista geopolitico all’Europa e alle zone di interesse dell’Europa, spostando questo interesse verso altre parti del mondo. Un messaggio nell’aria da tantissimo tempo, che ora è diventato abbastanza evidente”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi, al termine dei lavori del Vertice Ue-Balcani occidentali, che si è tenuto a Brdo, in Slovenia, rivelando in conferenza stampa il 6 ottobre i temi affrontati nella cena informale tra i leader. Draghi sottolinea che “quasi tutti i Paesi coinvolti in questa discussione sono membri della Nato e intendono restare nel perimetro dell’Alleanza Atlantica, però una prima riflessione si pone su cosa possono fare l’Ue e i Paesi membri dell’Unione per contribuire a guidare le scelte della Nato, visto che il loro ruolo appare marginale ormai. Possono i Paesi membri dell’Ue coordinarsi maggiormente nelle posizioni che prendono all’interno della Nato? Questa è una prima riflessione che richiede una risposta, c’è poi una seconda riflessione che riguarda le relazioni geopolitiche dei Paesi membri con gli altri Paesi, dalla Cina alla Russa. È pensabile che possano coordinarsi per avere posizioni comuni e vincolanti? Si parla tanto di autonomia strategica nel campo della difesa, ma se non c’è una politica estera comune è molto difficile pensare a una difesa comune - è la riflessione del premier - A questo ci si può arrivare in due modi: a livello di Unione europea o con alleanze tra Paesi dell’Ue. È chiaro che il primo modo è di gran lunga preferibile, perché manterrebbe uno schema sovranazionale” secondo Draghi, che però avverte: “Bisogna vedere cosa funziona, perché è venuto il momento di pensarci seriamente. Ho chiesto alla Commissione di preparare un’analisi affinché la prossima discussione la possiamo affrontare sulla base di uno schema di possibili risposte a queste domande”. Replicando al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il presidente del Consiglio precisa: "Non credo che qualunque cosa nasca fuori dalla Nato indebolisca la Nato e indebolisca l'Europa. Questo problema nasce dal fatto che molti, se non tutti i Paesi, hanno la sensazione di aver perso centralità geopolitica all'interno della Nato. Qualcosa di complementare alla Nato rafforza la Nato e l'Europa". Da quasi tutti Paesi balcanici, spiega inoltre il premier, nel corso del vertice “è stata espressa la necessità che il processo di allargamento continui e anzi acquisti maggior slancio, perché sembra averne perso”. Nei colloqui, rivela infine Draghi, è stato affrontato fugacemente il tema dell’energia: “Al vertice di Atene la presidente Von Der Leyen aveva ventilato l’ipotesi che la Commissione europea potesse acquisire un ruolo di acquirente comune, come per i vaccini e questo concetto è stato accolto molto favorevolmente da tutti e credo che la prossima settimana o quella successiva la Commissione presenterà una proposta che poi dovrà essere discussa al prossimo Consiglio europeo. Quello che stiamo sperimentando in Italia con l’aumento del costo dell’energia è in realtà un problema che hanno tutti i Paesi, e tra l’altro più poveri sono più il problema è grave”. A latere del vertice, il presidente del Consiglio ha avuto un tête-à-tête con il presidente francese Emmanuel Macron. “E’ stata l'occasione per i due leader – spiega una nota di Palazzo Chigi - di fare il punto sui temi che saranno al centro del Vertice G20 di Roma di fine mese, tra cui i vaccini e la solidarietà con l'Africa. Da parte dei due Paesi c'è un impegno comune ad andare avanti insieme su questi temi prioritari. Durante l’incontro si è discusso anche della conferenza sulla Libia del prossimo 12 novembre a Parigi. C'è uno stretto coordinamento tra Italia, Francia e Germania per ottenere l'attuazione degli impegni presi a Berlino e che devono concretizzarsi a Parigi. Il presidente Macron ha colto inoltre l'occasione per esprimere il proprio sostegno all'iniziativa del governo italiano di organizzare un G20 straordinario dedicato alla crisi afghana”.