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L’OCSE BACCHETTA I PAESI MEMBRI: CONTRO LE FAKE NEWS SI FA ANCORA TROPPO POCO

L’OCSE BACCHETTA I PAESI MEMBRI: CONTRO LE FAKE NEWS SI FA ANCORA TROPPO POCO

ROMA-ITALIA  Migliorare la trasparenza, la responsabilità e la pluralità delle fonti di informazione, anche attraverso un settore dei media diversificato e indipendente e piattaforme online che funzionino meglio. Rafforzare l’alfabetizzazione mediatica e le capacità di pensiero critico per consentire ai cittadini di riconoscere, combattere e limitare la diffusione della disinformazione.

Infine, rafforzare il coordinamento strategico, la formazione e le infrastrutture tecnologiche nel governo, nonché l’apprendimento tra pari e la cooperazione tra i governi per combattere la disinformazione. Mentre circa la metà della popolazione mondiale è andato o andrà a votare nel corso del 2024, un nuovo rapporto dell’Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, offre la prima valutazione di base di come i paesi membri stanno aggiornando le loro misure di governance per sostenere un ambiente in cui informazioni affidabili possano prosperare, dando priorità alla libertà di espressione e ai diritti umani, e stabilisce definire un quadro politico affinché i paesi possano affrontare la sfida globale della disinformazione. 'Fatti, non falsi: contrastare la disinformazione e rafforzare l’integrità dell’informazione', il nome del rapporto, sottolinea la necessità che le democrazie sostengano spazi informativi diversificati e di alta qualità che sostengano la libertà di opinione e di espressione, insieme a politiche che possono essere utilizzate per aumentare il grado di responsabilità e trasparenza delle piattaforme online. Il rapporto descrive dettagliatamente i rischi specifici, tra cui la diffusione della disinformazione durante i periodi elettorali, la manipolazione delle informazioni straniere e le campagne di interferenza, nonché le implicazioni dell’intelligenza artificiale generativa. E rivela che le strategie nazionali per contrastare la disinformazione rimangono l’eccezione piuttosto che la regola.

“Lottare contro la disinformazione non deve mai significare controllare l’informazione. Abbiamo bisogno di un approccio politico solido e adeguatamente equilibrato per garantire che i cittadini possano beneficiare di un ambiente informativo aperto e solido in cui possano discutere liberamente e creare consenso. Un dibattito libero, aperto e solido è fondamentale per affrontare le complesse sfide politiche del nostro tempo”, ha affermato il Segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann. “Nessuna democrazia può risolvere da sola il problema della crescente disinformazione, ma ogni democrazia può sostenere un giornalismo indipendente e diversificato, incoraggiare la responsabilità e la trasparenza delle piattaforme online e contribuire a sviluppare l’alfabetizzazione mediatica dei cittadini per incoraggiare il consumo critico di contenuti, per affrontare il problema la sfida della disinformazione e il suo effetto corrosivo sulla fiducia”.