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CORONAVIRUS, BOCCIA: DOVERE EVITARE LA TERZA ONDATA

CORONAVIRUS, BOCCIA: DOVERE EVITARE LA TERZA ONDATA

ROMA-ITALIA  “La differenza tra la prima e la seconda ondata, anche nell'approccio, è tutta legata agli interventi per fermare l'emergenza epidemiologica. Nella prima fase sono state applicate misure uniformi sull'intero territorio nazionale e restrizioni che hanno toccato anche l'industria e le attività produttive. Il 90 per cento del Paese è stato fermato per consentire un rafforzamento delle reti sanitarie e un acquisto, una dotazione di materiali che il Paese non aveva”.

Così il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia durante il question time alla Camera il 25 novembre. “Questa seconda ondata – aggiunge - che ha messo in evidenza le differenze territoriali, soprattutto nell'organizzazione delle reti sanitarie, necessitava, così come poi è avvenuto, di un intervento non solo per fasce, ma anche che fosse capace di ponderare le diverse soluzioni”. “Quando c'è un contagio – continua il ministro - e questo ormai è evidente, aumentano i contagiati nel breve, ma poi aumentano i ricoverati in area medica; poi vanno in crisi successivamente, dopo altre due settimane, i posti di terapia intensiva e solo successivamente tocchiamo con mano la parte più tragica, cioè quella dei decessi.

Se il 24 novembre abbiamo avuto 853 decessi, non è un fato: era inevitabile che avvenisse con quel livello di contagio. Noi non possiamo permettercelo e non possiamo pensare che il Paese sia più sicuro se ha meno restrizioni. Un Paese, se non è sicuro dal punto di vista sanitario, non lo è nemmeno dal punto di vista economico. Far partire alcune attività economiche con un mese di ritardo comporta certamente gravi perdite, che fate bene a mettere in evidenza e saranno ristorate, compresi gli stagionali, perché si farà un ragionamento molto simile a quello che è stato fatto nella prima fase degli interventi sulle attività turistiche estive, ma non comporta la distruzione del comparto, al quale siamo vicini, ma per il quale bisogna dirsi con grande chiarezza che, se apriamo senza limiti, le perdite che stiamo avendo a dicembre ce le ritroveremo con le stesse dimensioni e gli stessi numeri a febbraio.

Quello significherà che siamo dentro la terza ondata e noi abbiamo il dovere, tutti noi, di evitare la terza ondata. Protezione della salute e difesa della vita ci consentono di mettere in sicurezza tutto il Paese anche dal punto di vista sociale ed economico”.