ROMA-ITALIA Ritorno a scuola e all’Università: bisogna fare attenzione a non perdere i benefici del riposo estivo e a cogliere i disturbi più comuni da rientro dalle vacanze. Stress e ansia sono dietro l’angolo perché comuni tra adolescenti e giovani, anche se hanno utilizzato i mesi di vacanza in modo intelligente, utile e positivo, alternando divertimento, riposo, sport e qualche lettura, ottimizzandone i benefici di queste ultime settimane d’estate, anche in vista di un rientro non traumatico.
“Quest'anno sarà un anno più duro del solito per gli adolescenti”, spiega la psicoanalista Adelia Lucattini, componente della Società Psicoanalitica Italiana, “poiché si portano dietro disagio emotivo e disturbi psicologici, come depressione e difficoltà di socializzazione. Infatti, a causa del lockdown, della DAD, dell'isolamento sociale e dello svantaggio negli apprendimenti causati da tre anni di pandemia, la scuola non è più così attrattiva e allettante, poiché spaventa.
Al contempo, le scuole hanno ripreso con ritmi e richieste prepandemici: parliamo di una scuola fortemente burocratizzata, spesso schiava del registro elettronico e delle questioni amministrative. Cosicché le materie scolastiche diventano più una questione di ragioneria, che di contenuti. La fanno ormai da padrone, la contabilità delle verifiche, con numeri, percentuali e decimali anche nelle valutazioni. Basti pensare al ritorno dei test Invalsi. È una scuola che sembra "arretrata", un po’ per ragioni intrinseche e un po’ a causa degli sconvolgimenti comportati dal Covid-19.
Non si può ignorare un evento epocale, come la pandemia con tutto quello che ha comportato e ricominciare come se non ci fosse mai stato, come se nulla fosse accaduto. Ci troviamo di fronte ad una rimozione collettiva che non è neutra rispetto buon funzionamento individuale, di gruppo e sociale. Sarebbe piuttosto necessaria una elaborazione degli eventi traumatici causati dalla pandemia a partire proprio dalla scuola. Invece, non pare vi siano al momento azioni che vadano in questa direzione, basta pensare che agli insegnanti non sono state offerte possibilità, come i gruppi Balint, per affrontare le proprie difficoltà, legate all'essere stati coinvolti come professionisti, docenti, pedagoghi e educatori, e come persone, individui, che hanno vissuto le numerose vicende della pandemia, insieme ai loro familiari”. Negli ultimi anni, si è registrata tra gli adolescenti una crescita delle sindromi ansioso depressive, che possono essere complicate dall’uso di farmaci, alcol e altre droghe stupefacenti. “Ci sono sindromi post pandemiche”, prosegue Adelia Lucattini “che hanno un andamento endemico e che coinvolgono più del 50% degli adolescenti in forme da lievi a gravi. La pandemia, purtroppo, per molti ragazzi è capitata in un periodo delicato, in uno snodo evolutivo cruciale come è l'adolescenza, in cui sono in pieno sviluppo psicofisico. L'adolescenza è una fase di crescita prolungata, di piena trasformazione, in cui vengono poste le fondamenta del loro essere adulti e che, in quanto tali, verranno chiamati a svolgere il loro ruolo nel giro di una decade”.