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MATTARELLA: FALCONE E BORSELLINO DIMOSTRARONO CHE LA MAFIA NON ERA IMBATTIBILE

MATTARELLA: FALCONE E BORSELLINO DIMOSTRARONO CHE LA MAFIA NON ERA IMBATTIBILE

ROMA-ITALIA  "Nel 1992, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vennero colpiti perché con professionalità e determinazione avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l'organizzazione. La mafia li temeva per questo, perché capaci di dimostrare che non era imbattibile e che lo stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto".

Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto il 23 maggio sul palco dell''iniziativa “La memoria di tutti. Palermo trent'anni dopo” organizzata a Palermo dalla Fondazione Falcone, in occasione del trentesimo anniversario delle stragi di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, e Via d’Amelio, in ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e delle donne e degli uomini delle loro scorte. Ricordando Falcone come grande magistrato e con un forte senso delle istituzioni, il presidente della Repubblica ha ricordato le sensazioni di quel giorno drammatico: "Sono trascorsi trent'anni da quel terribile 23 maggio, quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi, come annientata dal dolore e dalla paura. Allo smarrimento iniziale seguì l'immediata reazione delle istituzioni democratiche. Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia. A quella ferocia la nostra democrazia si oppose con la forza degli strumenti dello stato di diritto. Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che si rifiutò di subire quella umiliazione".