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LINGUA ITALIANA, UN CONCORSO PER SALVARE LE PAROLE IN DISUSO

LINGUA ITALIANA, UN CONCORSO PER SALVARE LE PAROLE IN DISUSO

Rescatando palabras...

ROMA-ITALIA  C’erano una volta, tra l’altro, parole come “filobustiere”, “drappeggio” e “villoso”. Chi le ricorda? In Italia, secondo una stima fatta da Zanichelli, sono 3.126 le parole che stanno scomparendo dal vocabolario della lingua italiana (mentre sono circa tre mila gli idiomi al mondo secondo uno studio dell’Alliance for Linguistic diversity che stanno svanendo).

L’impoverimento e la semplificazione stanno producendo mutamenti e trasformazioni del nostro linguaggio parlato e scritto. Cosa fare per salvare queste parole in via di spegnimento? Una casa editrice romana - Emia Edizioni – ha indetto il concorso letterario nazionale “Il riuso delle parole in disuso”. Il concorso, dedicato ad Ugo Innamorati, è riservato “agli autori, esordienti e non, che presentino opere inedite di narrativa letteraria o di composizione poetica, nei cui testi siano adoperate in un numero considerevole di volte - dieci in un’opera narrativa lunga al massimo quindicimila battute, spazi inclusi, o tre in un’opera poetica lunga al massimo quarantacinque versi - parole in lingua italiana oramai in disuso, raramente utilizzate nella scrittura e nel linguaggio comune o in via di estinzione dal nostro vocabolario.

Il concorso, il cui bando è scaricabile tra l’altro dal sito www.concorsiletterari.it, si articola in tre sezioni: Narrativa, Poesia e Narrativa/Poesia “Under 18”. C’è tempo fino al 30 aprile 2020 per parteciparvi.