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Di tutti

"L'ORO NEL SANGUE"

Libro de espionaje con tinte italiano...

ROMA-ITALIA  È appena arrivato nelle librerie italiane il primo romanzo di Gian Paolo Aloi, “L’oro nel sangue” (Historica, 2018, 244 pagine, 17 euro). Il libro, un racconto di spionaggio, è il primo di una trilogia sulla storia di Paco, un non brillante imprenditore italiano che vive in Cina, dove la pizzeria italiana che aveva aperto, più che guadagni, gli procura debiti, fino a condurlo quasi alla bancarotta.

La storia, seppure parte dalle vicende di un “migrante” che cerca il business nella emergente potenza cinese, non ha pretese letterarie né vuole essere racconto di cronaca, non è nemmeno una denuncia della crisi economica globale di quest’ultimo decennio, né vuole essere metafora di una condizione umana o generazionale a cui pure, leggendo il libro, si potrebbe pensare.

Il libro è un concentrato di azione e avventura, dove fatti e personaggi narrati sono di fantasia, anche se soggetti e ambientazioni sono chiaramente ispirati a persone conosciute e incontrate dall’autore durante gli anni vissuti per lavoro in Cina. Aloi, infatti, nato a Roma nel 1959, entra nel Sisde, il servizio segreto italiano e, dopo tre anni di antiterrorismo a Bologna e a Roma, diventa collaboratore di Bruno Contrada, col quale lavora fino al suo ritiro, dopo di che finisce in Africa a lavorare per le Nazioni Unite, in Somalia e in Kenya e, nel 2008 diventa responsabile degli affari consolari del Consolato italiano a Guangzhou, la città cinese di Paco.