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Política

POMPEO A ROMA: FOCUS SU CINA, LIBIA E MEDITERRANEO

POMPEO A ROMA: FOCUS SU CINA, LIBIA E MEDITERRANEO

ROMA-ITALIA  I rapporti con la Cina, la crisi libica, oltre ai vari scenari di crisi globali attualmente in corso nel Mediterraneo sono stati al centro degli incontri tra il 30 settembre il Segretario di Stato Mike Pompeo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Pompeo, che nel suo paese vede uno scontro aperto con Pechino sulla piattaforma TikTok, ha ammonito l’Italia sul fronte del 5G: “Con il premier Conte abbiamo parlato molto sulle preoccupazioni degli Stati Uniti” in merito a quanto sta facendo “il Partito comunista cinese che sta cercando di sfruttare la propria presenza economica per propri scopi strategici”. Per Pompeo i cinesi “non sono qui per fare dei partenariati sinceri a beneficio reciproco”, e ha invitato l’Italia “nel considerare in maniera attenta la sicurezza nazionale, la riservatezza dei dati dei propri cittadini con le società tecnologiche che fanno parte dello stato di sorveglianza del Partito comunista cinese”.

Sul fronte 5G Di Maio ha detto che gli Stati Uniti possono stare tranquilli. Partendo dal concetto che l’Italia è un paese Nato che sostiene l’Alleanza atlantica e che crede “fortemente nei valori condivisi delle grandi democrazie occidentali”, il ministro pentastellato ha spiegato che come governo “siamo ben consapevoli delle responsabilità che gravano su di noi”, e per questo, “abbiamo già adottato una normativa che potenzia le capacità di monitoraggio” come la Golden power. Di Maio ha poi aggiunto di “aver ben presenti le preoccupazioni” degli Stati Uniti.

"L'Italia è pienamente conscia di assicurare la sicurezza delle reti 5G. Resta una nostra assoluta priorità e siamo a favore di regole europee comuni”. Altro tema toccato durante il bilaterale è quello della crisi libica. Di Maio ha detto che per l’Italia il sostegno al dialogo intra-libico sotto l’egida dell’Onu, il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco sostenibile, la smilitarizzazione di Sirte e Giufra e la completa ripresa della produzione petrolifera sono una priorità.

“La Libia è un tema di sicurezza nazionale per l’Italia e stiamo lavorando intensamente con i nostri partner europei e con i nostri alleati come gli Stati Uniti, per sostenere un processo costruttivo di dialogo che accompagni il paese verso un cessate il fuoco permanente. In questa cornice la voce di un alleato strategico così importante come gli Stati Uniti, per noi rappresenta un contributo fondamentale per la stabilità dell’intera regione e colgo nuovamente l’occasione per ringraziare Washington per il supporto che stanno offrendo in questo momento estremamente delicato”.

“Gli ultimi giorni, le ultime settimane - ha aggiunto Di Maio -, sono state fondamentali per la Libia. Abbiamo visto dei passi in avanti sia per quanto riguarda il dialogo intra-libico, sia per quanto riguarda il dialogo tra i paesi che hanno un’influenza in Libia e su questo sicuramente il lavoro comune tra alleati che stiamo portando avanti ha dato i suoi frutti”. Pompeo ha spiegato che in Libia la situazione è migliorata e “dobbiamo sfruttare questa finestra di opportunità”. "Tutte le parti adesso si parlano l'una con l'altra", ha sottolineato il segretario di Stato Usa, “dando sostegno all'iniziativa della cancelliera tedesca Angela Merkel per i cosiddetti colloqui 5+5”.

Sul tema dei Migranti Di Maio ha sollecitato un ruolo centrale dell’Unione europea: “Come Italia abbiamo fatto tutto quello che potevamo nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. Sia da Est, sia da Sud. Però è anche vero che l’Italia non può farcela da sola senza un’Unione europea che sia in grado di ridistribuire coloro che arrivano ma soprattutto di rimpatriare coloro che non possono stare qua. Redistribuzione e soprattutto rimpatri - ha sottolineato il capo della diplomazia italiana -, rappresentano due voci importanti di quello che stiamo chiedendo nel patto europeo sulla migrazione sull’asilo.

Senza queste due voci e senza investimenti massicci di accordi tra Unione europea e paesi di provenienza per i rimpatri, dove queste persone non sono né perseguitate né vittime di guerra, l’Italia da sola non ce la farà, ma aggiungo l’Europa da sola non ce la farà. Credo che di fronte al fenomeno dei flussi migratori serva cuore, ma anche tanta testa”.

Per Di Maio serve uno sforzo concordato simile a quello lanciato col Recovery fund: “dobbiamo ritrovare quella stessa solidarietà anche nella gestione dei flussi migratori. Credo - ha poi concluso Di Maio - che il lavoro che dovremmo fare nei prossimi mesi a livello europeo, perché è un tema europeo, è quello di investire più risorse negli accordi con i paesi del Nord Africa e del Sahel, per fare in modo che ci possono essere più investimenti lì per migliorare la qualità della vita di quelle persone e allo stesso tempo creare dei canali per i rimpatri per coloro che non scappano da condizioni umanitarie che ne possono configurare il diritto da silo in Italia”.